Una testimonianza eccezionale, capace di essere testimonianza ancora oggi di un passato vivido e più che mai interessante.
Stiamo parlando del Villaggio Murgia Timone, l’altopiano che sovrasta il massiccio roccioso posto verso est, di fronte alla Civita, l’antico centro storico, di Matera, dall’altra parte della gravina.
Proprio qui sorgeva il primo villaggio trincerato scoperto da Ridola – medico e poi senatore materano – cui segue sullo stesso lato della gravina, ma oltre un burrone profondo, il sito trincerato di Murgecchia.
La scoperta del fossato, come spesso accade, fu casuale, ma Ridola capì quasi subito che si trattava di qualcosa di eccezionale.
Il fossato, il cui perimetro complessivo è di 664 metri e che racchiude un’area di oltre 20.000 metri quadri, è di forma quasi ovale, suddivisa in due zone tangenti: l’una, più ovale e più estesa, l’altra, più piccola e tondeggiante.
Sono state individuati, lungo il perimetro del fossato, due accessi al villaggio: uno ad occidente, largo circa 4 m, e l’altro ad oriente, un avancorpo semicircolare definito dal Ridola “lunetta”. Gli scavi hanno, infine, messo in luce all’interno del fossato numerose buche ed incavi per l’inserimento di pali in legno, che fanno pensare alla presenza di numerose capanne.
All’interno del fossato furono ritrovati, non solo da Ridola, ma anche da altri archeologi illustri come U. Rellini e F.G. Lo Porto, che hanno successivamente ripreso le ricerche, numerosi reperti, soprattutto di ceramica graffita, con motivi geometrici diversificati, e dipinta a bande strette rosse o brune.
Sono stati rinvenuti pure frammenti di vasi dipinti all’interno e graffiti all’esterno, altri recanti stilizzazioni di volti umani; ancora strumenti litici in selce e ossidiana, come lame, grattatoi e punteruoli, tre accette in pietra levigata – tipiche del Neolitico – e spatole in osso.